di Giorgio Cortese (corteseg@tiscali.it)
Esiste ancora oggi la bella tradizione della frasca, che omaggiando un vecchia usanza, è di buon auspicio issare un ramo d’albero, adesso la bandiera italiana, per indicare che si è arrivati al tetto della nuova costruzione, e dare quindi il via ai festeggiamenti, si “bagnava anche il tetto”, termine che stava a specificare che la prima pioggia sarebbe stata il suo battesimo, invitando a cena le maestranze.
Fin dai tempi più antichi la costruzione di una casa è stata soggetta a numerose prescrizioni e superstizioni. La scelta del terreno, l’orientamento, i materiali, le varie fasi di costruzione e infine l’inaugurazione sono stati codificati nel tempo. Nell’antichità si facevano inizialmente sacrifici di bambini, di vergini, di schiavi, sostituiti poi dall’uccisione di animali, spesso di cani, infine soppiantati dalla deposizione di oggetti di varia natura e di monete. Pare dunque che tali depositi votivi avessero lo scopo di farsi perdonare per l’utilizzo di un territorio che veniva così sottratto alla natura o di scusarsi per aver distrutto precedenti costruzioni. Appare un rapporto tra l’uomo e il suo habitat molto differente rispetto a quello moderno nel quale sembra che all’uomo sia tutto concesso senza alcuna conseguenza. L’aver tolto quell’anima che un tempo dava vita a tutte le cose ha anche svilito il pensiero ormai volto solo all’utile immediato. La cronaca insegna che anche se pensiamo che la natura non abbia un’anima, ha delle regole molto rigide che bisognerebbe imparare a rispettare. Un altro momento importante della costruzione era il getto del solaio. Con il solaio la struttura che stava sorgendo veniva finalmente chiusa e protetta dal sole e dalla pioggia. Forse l’operazione era considerata anche molto delicata e forse dava indizi sulla stabilità delle mura già costruite. In tale occasione il committente offriva un pranzo a tutte le maestranze impegnate nel lavoro. Durante la lettura del romanzo “Le affinità elettive” di Wolfgang Goethe, con mia sorpresa, ho trovato la descrizione della posa della prima pietra di un edificio. Siamo alla fine del Settecento, primi dell’Ottocento, in Germania. Si può così notare come la tradizione di deporre oggetti e scritti da coprire con la prima pietra sia tanto antica e sia stata tanto radicata nell’uso almeno fino al Novecento. E’ molto interessante leggere come Goethe ha reso con le sue parole il momento rituale della posa della prima pietra di un edificio e ci aiuta a comprendere i significati più ancestrali connessi all’azione di coprire un terreno con un’opera umana Come si vede il porre sul tetto appena concluso, nel punto più alto dell’edificio una frasca o una bandiera e di festeggiare tutti insieme, muratori, manovali, carpentieri con un pranzo o cena era un pò come il varo di una nave e con l’Unità d’Italia già a metà Ottocento si sostituì la frasca con una bandiera per rappresentare il lavoro italiano.
Anticamente questa tradizione si collegava alla somiglianza tra la crescita naturale dell’albero e la crescita della casa rimandando all’idea del Dio come grande architetto dell’universo e allora l’uomo, immagine di Dio, che diventa architetto, e quindi protagonista del proprio mondo. L’albero veicola una serie di significati attinti dalla dimensione vegetale cui appartiene: albero come forza vitale, che stagione dopo stagione si rigenera, cresce, rinnova chioma e colore, elemento che unisce terra a cielo, e che qui, sul tetto concluso, rende il cielo un po’ più vicino. Bisogna anche dire che fino agli inizi anni sessanta non esisteva tutta l’attuale burocratizzazione per costruire. Negli edifici con muratura portante, il getto o il montaggio del tetto rappresentavano praticamente la fine dei lavori in quanto l’edificio assumeva carattere di abitazione data la presenza della copertura, rendeva automaticamente abitabile la costruzione e di conseguenza. Una volta l’arrivo al tetto significava un sicuro pagamento e allora per celebrare con soddisfazione e orgoglio la nuova casa, inoltre, da quel momento in poi il lavoro si sarebbe compiuto al coperto, quindi sarebbe stato meno pericoloso e faticoso. Esisteva in alcune zone italiane il significativo gesto di martellare da parte del capofamiglia l’ultimo chiodo al centro della casa nel pavimento, alla presenza di tutta la famiglia e degli operai che avevano terminato il montaggio, questo chiodo rappresentava il perno di sostegno della casa e quindi della famiglia. Un tempo, quando si inaugurava una casa nuova, bisognava portare pane, sale e uovo. La casa deve essere piena come un uovo, e vi devono regnare la bontà, l’abbondanza, il pane, e la saggezza, il sale.
Concluso il primo stralcio relativo ai lavori di ampliamento della Sede della C.R.I di Fossombrone, per i quali lo studio di Ingegneria e Architettura Carbonari & Radi è stato coinvolto dal Cav. Claudio Contini, in qualità di Presidente del Comitato Locale, nella progettazione e direzione lavori dell’ampliamento degli spazi della struttura esistente edificata nel 2000. Lo studio si è occupato anche della fase propedeutica per l’acquisizione del diritto di superficie dall’Azienda Sanitaria Unica Regionale.
Attività di ampliamento
L’intervento è nato dalla necessità di ampliare l’immobile che sorge in via F.lli Kennedy, all’interno del polo ospedaliero forsempronese, per fare fronte alle nuove esigenze del Comitato C.R.I. di Fossombrone. La funzione degli spazi così ampliati è di supporto al servizio sanitario, come la parte di edificio già esistente. Il progetto ha consentito la realizzazione di una nuova ala parallela a quella già presente e collegata ad essa al piano primo dove hanno trovato collocazione la sala conferenze, gli uffici, i servizi igienici, gli spogliatoi, una cucina, una camera da letto e un ampio magazzino. In caso di emergenza, gli uffici potranno essere adibiti a foresteria. Il piano terra del nuovo edificio è adibito a ricovero mezzi. Lo spiazzale antistante consente il parcheggio e le manovre anche ai mezzi di maggior dimensione.

Nella facciata la Committenza ha voluto ricordare i principi sui cui si basa l’attività della Croce Rossa che ne costituiscono lo spirito e l’etica: UMANITA’, IMPARZIALITA’, NEUTRALITA’, DIPENDENZA, VOLONTARIETA’, UNITA’, UNIVERSALITA’.
Sede del C.O.C. (Centro Operativo Comunale) e C.O.M. (Centro Operativo Misto)
Considerando che il Piano Comunale della Protezione Civile del Comune individua in questo fabbricato la sede del C.O.C. e C.O.M., il Presidente Contini ha recepito quanto suggerito dal Progettista Ing. Carbonari Alessandro: dal punto di vista sismico si è deciso di progettare la nuova costruzione in Classe IV ai sensi delle Norme Tecniche per le Costruzioni 2018 “Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento alla gestione della protezione civile in caso di calamità”. Pertanto l’ampliamento della sede è stato progettato come edificio strategico, ovvero per resistere in caso di estremi eventi sismici senza la perdita della funzionalità a cui esso è preposto al fine di poter svolgere le operazioni di soccorso e gestione dell’emergenza.
Sempre più si avverte il bisogno di riscoprire il contatto con la natura e tale necessità è ancora maggiore nei bambini.
Il gioco all’aperto stimola la curiosità ed il desiderio di esplorare, consente di maturare una maggiore fiducia in sé stessi, migliorando le capacità sociali, imparando a controllare i piccoli e grandi pericoli che la natura comporta.
La ricerca autonoma del bimbo deve essere sostenuta attraverso l’offerta di un tempo diverso e di strumenti adeguati a favorire le loro esigenze in tal senso.
“A differenza dei parchi gioco i giardini ben progettati non invitano a giochi motori ripetitivi, ma ad un’espressione motoria controllata, a giochi via via più complessi che nascono dalla spontaneità che il bambino opera in questo contesto. Tutte le esperienze che permettono al bambino di vivere la natura devono essere finalizzate ad accrescere quello che la Montessori chiamava “il sentimento della natura”, inteso come attenzione, rispetto, curiosità verso ciò che vive attorno al bimbo. Vivendo ed imparando a conoscere il ritmo della natura abbiamo la possibilità di rallentare il nostro ritmo: oggigiorno dove tutto è veloce fare esperienza della natura aiuta i bambini ad imparare ad attendere: attendere che una gemma sbocci, che un ramo fiorisca, che un frutto maturi, che ciò che si è seminato possa essere raccolto. Il giardino così concepito deve essere un luogo di pedagogia attiva, un luogo del fare, del manipolare, del comprendere ed apprendere attraverso l’esperienza diretta.” (da Servizio Politiche Educative del Comune di Pesaro).

Progettazione
Tali convinzioni guidano ed orientano sempre più il personale educativo di asili e scuole dell’infanzia, coinvolgendo tutti i servizi legati alla valorizzazione e alla cura degli spazi verdi.
Su incarico di un’Amministrazione Comunale sensibile a queste tematiche, abbiamo progettato la riqualificazione del giardino di un asilo nido seguendo i principi dell’Outdoor Education che utilizza appunto l’ambiente come luogo privilegiato per le esperienze dei più piccoli.

Dopo un attento studio ed una fase iniziale di ricerca che ha coinvolto educatori, esperti del settore botanico e gli amministratori comunali, l’Architetto Sara Radi ha concepito un vero e proprio parco didattico ideato per incoraggiare autonomia, responsabilità, autostima e stimolare la creatività, educando al rispetto per la natura e alla risoluzione dei problemi.

Progettazione
Con queste finalità sono stati programmati interventi di sistemazione delle pavimentazioni esterne, piantumazione di siepi aggiuntive e la realizzazione di percorsi e strutture favorendo la presenza di elementi naturali anziché giochi da catalogo.
Si è cercato di dare ai bambini l’opportunità di svolgere attività fisica come correre, saltare e arrampicarsi ma anche di utilizzare i canali sensoriali mediante un uso più ampio ed articolato degli spazi verdi esistenti.
Grazie alla volontà di Paolo Polverari, uno dei proprietari di Palazzo Dedi, storica residenza forsempronese del XV secolo e alla sinergia tra pubblico e privato, è stata restituita l’originale bellezza all’antica facciata a bugnato su Corso Garibaldi.
Lo Studio Carbonari si è occupato della consulenza strutturale e di tutte le pratiche per l’ottenimento dei finanziamenti erogati dalla Protezione Civile attraverso la mediazione degli uffici tecnici comunali che, uniti all’investimento del proprietario, hanno reso possibile la realizzazione dell’intervento.
Si è provveduto al consolidamento sismico, non solo per la sicurezza dei proprietari ma anche di tutti coloro che ogni giorno percorrono la pubblica via del corso di Fossombrone, rinforzando le possenti colonne del porticato della “Loggia dei poveri” e le soprastanti murature storiche.
Il progetto ci ha visti collaborare proficuamente con l’Architetto Samuele Santi, incaricato della progettazione e della direzione architettonica dialogando con i tecnici della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio delle Marche.
I lavori sono stati affidati alla Carbonari Costruzioni s.r.l., mentre le attività di restauro sono state eseguite da Bigini Franco.
Per chi volesse realizzare interventi di restauro della facciata della propria abitazione o del condominio, in centro storico o in periferia, nelle grandi metropoli urbane o nei piccoli comuni, ad oggi è stata confermata per il 2020 la detrazione al 90% per la ristrutturazione delle facciate che mira a rendere più belle le città, a rilanciare la cura degli stabili e la riqualificazione del patrimonio edilizio. Potrà essere portata in detrazione non solo la semplice tinteggiatura ma anche il rifacimento di marmi, gli interventi sui balconi, i pluviali e le grondaie, oltre a tutti gli impianti presenti sulla facciata stessa.
» Per ora non è prevista l’applicazione dei limiti massimi di detrazione vigenti per gli altri bonus fiscali.
Ristrutturare una casa, soprattutto se in stato di abbandono, è un’operazione che desta sempre un po’ di paura nel committente ma che può essere superata grazie ad una buona progettazione e una giusta scelta delle maestranze.
Dare nuova vita ad un’abitazione, vuol dire rinnovarla e adeguarla alle esigenze e al gusto di coloro che dovranno abitarla, raccontando allo stesso tempo la storia dell’edificio. In certi contesti, ristrutturare può contribuire ad evitare che interi quartieri si spopolino o si degradino, continuando a creare un sempre nuovo tessuto sociale.
Per il nostro cliente abbiamo seguito la ristrutturazione di questa residenza situata nel centro storico di Mondolfo (PU), rispettando il budget di partenza e la richiesta di realizzazione in tempi celeri (9 mesi dall’inizio della progettazione al termine dei lavori). La volontà del committente era quella di prestare grande attenzione al risparmio energetico, calibrando tutti i nostri interventi in quell’ottica, e di recuperare i solai originali mediante l’eliminazione dei controsoffitti ed il risanamento delle strutture lignee preesistenti. L’edificio presentava al piano terra un forte problema di umidità di risalita, pertanto, per essere reso abitabile, ha necessitato di interventi mirati. Progettisti e direttori dei lavori in questo progetto sono stati l’Ing. Alessandro Carbonari e l’Arch. Sara Radi che si sono occupati in primo luogo di ridistribuire gli spazi interni ottenendo un ambiente contemporaneo ed accogliente.
Si è inoltre deciso di ricreare la simmetria della facciata ed eliminare le superfetazioni, per riportare l’edificio ai suoi volumi originali.
I lavori sono stati affidati all’impresa edile Carbonari Costruzioni con esperienza pluridecennale nel settore dell’edilizia residenziale.
Se anche voi state pensando di ristrutturare un edificio, vi ricordiamo che la Legge di Bilancio prevede per tutto il 2019 la possibilità di detrarre al 50% le spese di ristrutturazione edilizia e al 65% quelle legate a interventi finalizzati al risparmio energetico. Inoltre, resterà operativo fino al 31 dicembre 2019 e per tutto il 2020 anche il Bonus Mobili grazie al quale sarà possibile acquistare gli arredi con lo sconto fiscale del 50% a fronte di interventi di ristrutturazione.
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