Tag: ingegneria

4 agosto 2025

La bandiera sul tetto!

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di Giorgio Cortese (corteseg@tiscali.it)

Esiste ancora oggi la bella tradizione della frasca, che omaggiando un vecchia usanza, è di buon auspicio issare un ramo d’albero, adesso la bandiera italiana, per indicare che si è arrivati al tetto della nuova costruzione, e dare quindi il via ai festeggiamenti, si “bagnava anche il tetto”, termine che stava a specificare che la prima pioggia sarebbe stata il suo battesimo, invitando a cena le maestranze.

Fin dai tempi più antichi la costruzione di una casa è stata soggetta a numerose prescrizioni e superstizioni. La scelta del terreno, l’orientamento, i materiali, le varie fasi di costruzione e infine l’inaugurazione sono stati codificati nel tempo. Nell’antichità si facevano inizialmente sacrifici di bambini, di vergini, di schiavi, sostituiti poi dall’uccisione di animali, spesso di cani, infine soppiantati dalla deposizione di oggetti di varia natura e di monete. Pare dunque che tali depositi votivi avessero lo scopo di farsi perdonare per l’utilizzo di un territorio che veniva così sottratto alla natura o di scusarsi per aver distrutto precedenti costruzioni. Appare un rapporto tra l’uomo e il suo habitat molto differente rispetto a quello moderno nel quale sembra che all’uomo sia tutto concesso senza alcuna conseguenza. L’aver tolto quell’anima che un tempo dava vita a tutte le cose ha anche svilito il pensiero ormai volto solo all’utile immediato. La cronaca insegna che anche se pensiamo che la natura non abbia un’anima, ha delle regole molto rigide che bisognerebbe imparare a rispettare. Un altro momento importante della costruzione era il getto del solaio. Con il solaio la struttura che stava sorgendo veniva finalmente chiusa e protetta dal sole e dalla pioggia. Forse l’operazione era considerata anche molto delicata e forse dava indizi sulla stabilità delle mura già costruite. In tale occasione il committente offriva un pranzo a tutte le maestranze impegnate nel lavoro. Durante la lettura del romanzo “Le affinità elettive” di Wolfgang Goethe, con mia sorpresa, ho trovato la descrizione della posa della prima pietra di un edificio. Siamo alla fine del Settecento, primi dell’Ottocento, in Germania. Si può così notare come la tradizione di deporre oggetti e scritti da coprire con la prima pietra sia tanto antica e sia stata tanto radicata nell’uso almeno fino al Novecento. E’ molto interessante leggere come Goethe ha reso con le sue parole il momento rituale della posa della prima pietra di un edificio e ci aiuta a comprendere i significati più ancestrali connessi all’azione di coprire un terreno con un’opera umana Come si vede il porre sul tetto appena concluso, nel punto più alto dell’edificio una frasca o una bandiera e di festeggiare tutti insieme, muratori, manovali, carpentieri con un pranzo o cena era un pò come il varo di una nave e con l’Unità d’Italia già a metà Ottocento si sostituì la frasca con una bandiera per rappresentare il lavoro italiano.

Anticamente questa tradizione si collegava alla somiglianza tra la crescita naturale dell’albero e la crescita della casa rimandando all’idea del Dio come grande architetto dell’universo e allora l’uomo, immagine di Dio, che diventa architetto, e quindi protagonista del proprio mondo. L’albero veicola una serie di significati attinti dalla dimensione vegetale cui appartiene: albero come forza vitale, che stagione dopo stagione si rigenera, cresce, rinnova chioma e colore, elemento che unisce terra a cielo, e che qui, sul tetto concluso, rende il cielo un po’ più vicino. Bisogna anche dire che fino agli inizi anni sessanta non esisteva tutta l’attuale burocratizzazione per costruire. Negli edifici con muratura portante, il getto o il montaggio del tetto rappresentavano praticamente la fine dei lavori in quanto l’edificio assumeva carattere di abitazione data la presenza della copertura, rendeva automaticamente abitabile la costruzione e di conseguenza. Una volta l’arrivo al tetto significava un sicuro pagamento e allora per celebrare con soddisfazione e orgoglio la nuova casa, inoltre, da quel momento in poi il lavoro si sarebbe compiuto al coperto, quindi sarebbe stato meno pericoloso e faticoso. Esisteva in alcune zone italiane il significativo gesto di martellare da parte del capofamiglia l’ultimo chiodo al centro della casa nel pavimento, alla presenza di tutta la famiglia e degli operai che avevano terminato il montaggio, questo chiodo rappresentava il perno di sostegno della casa e quindi della famiglia. Un tempo, quando si inaugurava una casa nuova, bisognava portare pane, sale e uovo. La casa deve essere piena come un uovo, e vi devono regnare la bontà, l’abbondanza, il pane, e la saggezza, il sale.

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Concluso il primo stralcio relativo ai lavori di ampliamento della Sede della C.R.I di Fossombrone, per i quali lo studio di Ingegneria e Architettura Carbonari & Radi è stato coinvolto dal Cav. Claudio Contini, in qualità di Presidente del Comitato Locale, nella progettazione e direzione lavori dell’ampliamento degli spazi della struttura esistente edificata nel 2000. Lo studio si è occupato anche della fase propedeutica per l’acquisizione del diritto di superficie dall’Azienda Sanitaria Unica Regionale.

Attività di ampliamento

3 carbL’intervento è nato dalla necessità di ampliare l’immobile che sorge in via F.lli Kennedy, all’interno del polo ospedaliero forsempronese, per fare fronte alle nuove esigenze del Comitato C.R.I. di Fossombrone. La funzione degli spazi così ampliati è di supporto al servizio sanitario, come la parte di edificio già esistente. Il progetto ha consentito la realizzazione di una nuova ala parallela a quella già presente e collegata ad essa al piano primo dove hanno trovato collocazione la sala conferenze, gli uffici, i servizi igienici, gli spogliatoi, una cucina, una camera da letto e un ampio magazzino. In caso di emergenza, gli uffici potranno essere adibiti a foresteria. Il piano terra del nuovo edificio è adibito a ricovero mezzi. Lo spiazzale antistante consente il parcheggio e le manovre anche ai mezzi di maggior dimensione.

2 carb

 

 

 

Nella facciata la Committenza ha voluto ricordare i principi sui cui si basa l’attività della Croce Rossa che ne costituiscono lo spirito e l’etica: UMANITA’, IMPARZIALITA’, NEUTRALITA’, DIPENDENZA, VOLONTARIETA’, UNITA’, UNIVERSALITA’.

 

 

 

Sede del C.O.C. (Centro Operativo Comunale) e C.O.M. (Centro Operativo Misto)

4 carbConsiderando che il Piano Comunale della Protezione Civile del Comune individua in questo fabbricato la sede del C.O.C. e C.O.M., il Presidente Contini ha recepito quanto suggerito dal Progettista Ing. Carbonari Alessandro: dal punto di vista sismico si è deciso di progettare la nuova costruzione in Classe IV ai sensi delle Norme Tecniche per le Costruzioni 2018 “Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento alla gestione della protezione civile in caso di calamità”. Pertanto l’ampliamento della sede è stato progettato come edificio strategico, ovvero per resistere in caso di estremi eventi sismici senza la perdita della funzionalità a cui esso è preposto al fine di poter svolgere le operazioni di soccorso e gestione dell’emergenza.

 

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dedi oggi 2Grazie alla volontà di Paolo Polverari, uno dei proprietari di Palazzo Dedi, storica residenza forsempronese del XV secolo e alla sinergia tra pubblico e privato, è stata restituita l’originale bellezza all’antica facciata a bugnato su Corso Garibaldi.

Lo Studio Carbonari si è occupato della consulenza strutturale e di tutte le pratiche per l’ottenimento dei finanziamenti erogati dalla Protezione Civile attraverso la mediazione degli uffici tecnici comunali che, uniti all’investimento del proprietario, hanno reso possibile la realizzazione dell’intervento.

Si è provveduto al consolidamento sismico, non solo per la sicurezza dei proprietari ma anche di tutti coloro che ogni giorno percorrono la pubblica via del corso di Fossombrone, rinforzando le possenti colonne del porticato della “Loggia dei poveri” e le soprastanti murature storiche.

 

Il progetto ci ha visti collaborare proficuamente con l’Architetto Samuele Santi, incaricato della progettazione e della direzione architettonica dialogando con i tecnici della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio delle Marche.

I lavori sono stati affidati alla Carbonari Costruzioni s.r.l., mentre le attività di restauro sono state eseguite da Bigini Franco.

Per chi volesse realizzare interventi di restauro della facciata della propria abitazione o del condominio, in centro storico o in periferia, nelle grandi metropoli urbane o nei piccoli comuni, ad oggi è stata confermata per il 2020 la detrazione al 90% per la ristrutturazione delle facciate che mira a rendere più belle le città, a rilanciare la cura degli stabili e la riqualificazione del patrimonio edilizio. Potrà essere portata in detrazione non solo la semplice tinteggiatura ma anche il rifacimento di marmi, gli interventi sui balconi, i pluviali e le grondaie, oltre a tutti gli impianti presenti sulla facciata stessa.

» Per ora non è prevista l’applicazione dei limiti massimi di detrazione vigenti per gli altri bonus fiscali.

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